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Il rilievo della chiesa di S. Caterina a Formiello a Napoli, eseguito dall'autore insieme ad altri, diviene uno strumento di lavoro per un'analisi comparata con un organismo quasi coevo del rinascimento toscano. Dal raffronto dei due impianti basilicali in pianta ed in elevazione, emergono motivi di riflessione per una probabile attribuzione del monumento all'area o alla scuola di Francesco di Giorgio Martini. La lettura dell'organismo archittetonico mentre da un lato ricerca, attraverso l'analisi storica, le motivazioni e le idee che sostengono il processo compositivo, dall'altro accenna un iniziale approccio di intervento, il più coerente possibile all'impianto originario. L'intento di tale indagine, riferito anche al frammento urbano intorno alla chiesa (la porta Capuana, le mura, la piazza) è inoltre quello di fornire un ulteriore contributo alla lettura del grande testo che è la città di Napoli. Tutto ciò nella convinzione che la materia che compone una città vada continuamente "tenuta in osservazione", in quanto organismo vivente che racchiude in sé tanti accadimenti e narrazioni che in apparenza non risultano e che invece bisogna considerare per rispettare ed amare sempre di più l'ambiente che ci circonda. La lettura di un luogo diviene strumento di lavoro dell'architetto che finisce così ineluttabilmente col relazionarsi con il passato al fine di rimandare al futuro gli esiti di quanto attorno ad un'opera si elabori e si osservi.